Nell'oceano il mondo

Intervista a Enoch Marrella di Letizia Bernazza

Quale è il rapporto tra giovani e web? Internet che potere ha per trascinare con sé le nuove generazioni in quell’”oceano senza confini” dove spesso è difficile rintracciare un mondo fatto di relazioni autentiche e non soltanto virtuali?
Ne abbiamo parlato con Enoch Marrella (classe 1980 e vincitore, tra l’altro, del Premio Tuttoteatro.com alle Arti sceniche “Dante Cappelletti” con il suo Tecnicismi) che, insieme al drammaturgo Andrea Ciommiento, ha realizzato la messinscena Nell’Oceano il Mondo e il volume dal titolo omonimo pubblicato dalla casa editrice Alter Erebus e presto in ristampa.
Il prossimo 11 gennaio, il lavoro verrà presentato nello spazio di Fortezza Est – nel quartiere Torpignattara di Roma – con i ragazzi e le ragazze del Liceo Kant. Seguirà un percorso, laboratoriale e formativo di lettura e di scrittura, che ha come obiettivo quello di elaborare con il gruppo di lavoro una partitura drammaturgica sull’esperienza di vita vissuta spesso dagli adolescenti all’interno dell’universo dei social media.

Come nasce l’idea di Nell’Oceano Il Mondo, pubblicato nel 2021 dalla casa editrice Alter Erebus e, se non erro, già in ristampa?

Sono entrato in contatto con Nicholas Ciuferri e Matteo Madaferri, i fondatori di Alter Erebus, nell’autunno del 2019 tramite Daniele Parisi, autore e comico romano che aveva recentemente pubblicato con loro una raccolta dei suoi testi dal titolo Abbasso Daniele Parisi, e aveva segnalato loro anche il mio progetto. Dopo aver inviato il testo del racconto teatrale, suddiviso in due episodi (Thanksgiving Day e Dante like me) a Nicholas e Matteo nel giro di pochi giorni è stato approvato e messo in cantiere per essere pubblicato. L’interesse nasceva soprattutto per le caratteristiche fortemente narrative del nostro racconto, per questo, anche se frutto di un’esperienza teatrale la nostra storia poteva riempire le pagine di un libro dedicato in particolare a un pubblico di giovani e adolescenti. Pochi mesi dopo però è esplosa la pandemia mondiale per cui la pubblicazione è stata sospesa fino al 25 marzo 2021, data in cui, nonostante il persistere del lockdown ci siamo sentiti comunque di stampare e presentare il nostro libro in occasione del Dantedì e in vista delle celebrazioni per il settimo centenario dell’anniversario della morte di Dante. L’ Inferno di Dante (“studiato a scuola”) rimane infatti uno dei filoni tematici principali del racconto di “Fausto”, il protagonista di questo viaggio negli Stati Uniti degli anni Novanta. Grazie all’uso dei social network – intesi come deformazione della propria immagine e della realtà – Fausto diventerà un navigatore della rete primordiale, un marinaio del mondo illimitato di Internet, un viaggiatore contemporaneo consumato dalle illusioni digitali di una realtà alterata, invasa da chat erotiche, sesso virtuale e cibo spazzatura. Gola e Lussuria diventano per lui junkfood e cybersex. Il viaggio in America rappresenta quindi per Fausto l’apertura di un nuovo girone infernale: il mondo sconfinato del web inteso come oceano senza confini, da qui il titolo dello spettacolo e del libro. La storia è ispirata a un’esperienza realmente vissuta all’età di 17 anni, durante un intero anno scolastico come exchange student tra il 1997 e il 1998 nella piccola città di Danville in Virginia. La pubblicazione è arricchita anche da una raccolta di album fotografici originali sul vero viaggio negli Stati Uniti alla fine degli anni Novanta. Il primo aprile 2021 il libro viene presentato sulla piattaforma Zoom, tra gli ospiti anche Daniele Parisi e il critico teatrale Sergio Lo Gatto. Il 10 giugno viene presentato presso gli spazi performativi di Fortezza Est insieme ad alcuni estratti dello spettacolo dal vivo. Nell’Oceano il Mondo, attualmente alla sua prima ristampa, è sempre disponibile sia sul sito della casa editrice www.altererebus.com che in diverse librerie italiane tra cui il Bookshop di Fortezza Est.

Dallo spettacolo al racconto: puoi spiegarci come è avvenuto il passaggio dalla “parola detta” alla parola scritta” e in che modo hai lavorato con il drammaturgo Andrea Ciommiento?

Il mio incontro con Andrea Ciommiento avviene per la prima volta nel 2012 in una residenza artistica ospitata dal Teatro Valle di Roma che vedeva la direzione di Gabriele Vacis con la collaborazione e l’assistenza di Andrea all’interno di quel progetto pedagogico. Andrea mi propone di lavorare a un racconto su alcune tematiche: i vizi contemporanei e l’uso quotidiano che facciamo del web. È l’estate del 2013. Iniziamo a ritagliarci alcuni spazi in Friuli a Udine per poi proseguire nelle Marche a San Benedetto del Tronto. E ancora altre residenze a Torino e a Verona fino alla presentazione del nostro primo studio selezionato tra i progetti finalisti del Premio Giovani Realtà (Udine) e del Premio Tuttoteatro.com Dante Cappelletti (Roma). Da qui in poi il debutto e le repliche in teatri, spazi performativi, festival e rassegne nelle principali città italiane, tra cui Milano, Torino, Roma, Bologna, Venezia, e anche all’estero in città come Parigi e Bruxelles. Durante il periodo di creazione c’è un esercizio che Andrea mi propone, le “stanze della memoria”. Molto semplice, si suddivide lo spazio in tre e quello che cambia in ognuna è il punto di vista: prima, seconda e terza persona. In base alla “stanza” in cui mi trovo, il punto di vista sul racconto cambia. Si inizia sempre dalla stanza centrale, quella del TU, della “seconda persona”. Rimango un po’ lì. Partiamo da un ricordo autentico a cui non bisogna però far troppa fede. Possono essere autentici anche vissuti non nostri e possiamo decidere di modificarli a patto che nessuno se ne accorga. Andrea da fuori guida il lavoro, alla ricerca di qualcosa che possa interessarci davvero. A un certo punto del racconto può scegliere la “stanza” in cui farmi transitare e il punto di vista sulla storia che sto raccontando. Tutto il materiale che esce converge in una mia reale esperienza di vita, che è stata quella di exchange student negli Stati Uniti quando avevo sedici anni. Si delineano quindi i filoni che vanno a costruire il nostro racconto. Indaghiamo poi sulla tematica del web. Sì, perché il nostro protagonista (lo chiameremo Fausto) arriva negli Stati Uniti proprio nell’anno in cui internet esplode e si divulga: le prime mail, le prime chat, le prime navigazioni online. Un altro tema, infine, è l’attraversamento del personaggio da due vizi: la gola e la lussuria ovvero il cibo e il sesso legati tra di loro da sempre. C’è qualcosa che ci interessa, abbiamo tematiche e modalità di sviluppo, non ci resta che mettere insieme i pezzi. Dare un ordine, una linea narrativa, un ritmo drammatico. Così nasce la storia di Fausto.

Foto di Nina Tyler Z

Internet e le nuove generazioni. È questo uno dei nodi centrali di Nell’Oceano il Mondo. Cosa ti auguri per i ragazzi e le ragazze che leggeranno il libro e vedranno la messinscena?

Mi auguro che si possa ribaltare la prospettiva con cui solitamente si approccia alla tematica di “internet e le nuove generazioni”. Invece di drammatizzare su come il web abbia impattato il nostro stile di vita, vorrei riuscire a ironizzare su questo tema osservando la storia di chi non ha avuto nemmeno gli strumenti per comprendere questo grandissimo cambiamento epocale al tempo dei suoi esordi. Un adolescente italiano che nel 1996 manda le sue prime mail dagli Stati Uniti e scopre cos’è e come funziona una chat room. Oggi noto, che di fronte alla rapida evoluzione del web e dei social media si assumono atteggiamenti diametralmente opposti ma ugualmente esasperanti. C’è chi reagisce in modo “agonistico” per tenere il passo con l’evoluzione continua dei nuovi media, minuto per minuto, e chi invece, al contrario, per difendersi dalla tempesta digitale, demonizza gli strumenti da essa forniti con la ripetizione dei vari mantra del tipo: «eh ma questi ragazzi stanno sempre incollati al telefonino». Mi piacerebbe che questa assurda polarizzazione si ridimensionasse grazie all’esempio portato dalla nostra storia, che affonda le sue radici là dove è iniziato tutto quanto: l’adolescenza, gli anni Novanta.

Foto di Nina Tyler Z

Per l’anno scolastico 2021-2022, state realizzando un progetto con il Liceo Kant di Roma incentrato proprio sul tema adolescenti e web. Quali sono le linee fondanti del percorso laboratoriale e gli obiettivi che vi proponete?

Lo spettacolo Nell’Oceano il Mondo verrà presentato sotto forma di stand-up drama nel nuovissimo spazio performativo di Fortezza Est, a Torpignattara, la mattina dell’11 gennaio con una replica dedicata esclusivamente ai ragazzi del Liceo Kant. A partire dalla lettura del libro e dalla presentazione dello spettacolo si faranno ripercorrere alle ragazze e ai ragazzi le tappe di una possibile trasposizione per la scena di elementi autobiografici in modo da far emergere gli effetti positivi e negativi di questo processo di sostituzione del mondo reale con quello virtuale tipico della rivoluzione digitale iniziata più di vent’anni fa. Il risultato finale sarà una struttura drammaturgica creata ad hoc per il gruppo che si è formato da condividere alla fine dell’anno con tutte le altre classi. Il percorso sarà accompagnato da alcuni focus sul pensiero di Marshall McLuhan, ispirato e visionario precursore di tutte le teorie successive sull’evoluzione dei nuovi media. Una sorta di Virgilio contemporaneo con ruolo di guida nella nuova selva tecnologica che spesso ci impedisce di trovare la nostra personale retta via.

Illustrazione di Suzana Todorovic-Marrella

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